Forever Lost

Ogni qualvolta mi perdo dietro di te, di voi e conseguenti manie depressive. Ogni volta comincio a scrivere dell'infinità che c'è dietro, dell'impossibilità di perderla per la via. Ogni volta mi chiedo come accade, come posso farcela a non smollicarmi per strada. Ogni volta qui mi ritrovo. E da qui mi perdo.

mercoledì 17 marzo 2010

niente che non abbia un istante decisivo.

Un viaggio è come un cambio di colori, un ritocco fotografico, una pazzia elaborativa; puoi essere esperto e riuscire nell'impresa, settare giustamente tutto l'insieme dando armonia e significato; ugualmente puoi toppare, seppur provandoci, tutto l'insieme, avvertire che è sbagliata la sintonia, la modulazione, il contrasto. Per dio, tutto.
C'è anche la via di mezzo, la giusta dose di scazzo e contentezza: tutto intorno a te è giusto, è come lo vuoi o l'hai sognato, dentro di te il disastro, l'incongruenza, l'INADEGUATEZZA (l'ho usata anche io! VOMITO). Passi il tempo a progettare lo sfondo al tuo corpo, lo disegni e tutto poi ti accorgi che è la tua faccia quella che non c'entra una sega. Che faccio cambio sfondo? Ma questa faccia qui sembra non andare bene neanche con le croci decrepite. Cambiamo faccia e persona allora? ma sì, parliamo di altro, di un altro 'sti cazzi di me.
Quello che voleva -colui del quale parlerò, onde evitare di parlare di un me che stona anche con la merda- era aprire tutto se stesso alla curiosità e alla bellezza. Ci riusciva tranquillamente, si portava avanti nella vita facendo ciò che sentiva gli procurasse piacere, giusto o sbagliato che fosse. Era un tipo che sbagliando e facendo bene aveva nome e cognome un viso e una corporatura da portare fiero nel mondo, che era solamente una cornice alla sua figura perfetta. Il mondo cercavo di modellarsi a lui per paura che lui lo cambiasse con sfondi diversi. Si sa, la luna non è poi così lontana per alcuni.
Non volendo comunicare una sera, non molto lontana, ho sentito battere la mia cassa toracica per la musica, da dentro quasi avessi ingoiato un amplificatore. Quelli cazzo, sul palco avevano tutto bianco, cazzo sei te! Cazzo io ho deciso di non volerti più sentire nè cercare, per effetto di troppe cose e ci sono arrivato dopo un secolo. Se rivedo quel cappotto bianco, di nuovo, per la strada, così, io-muoio-distrutto-da-uno-schianto. Il cuore. Giù. Per strada.
Con tranquillità. Bum! Buio....

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