Un buon inizio, cosa? dove? quando e come?
Cominciamo bene cioè che si voleva essere un "buon inizio", al solito epifania al sapore di asfalto per il mio corpo, costretto di nuovo a rialzarsi e convivere con delusione e dolore.
Credo che l'unica via sia: cambiare aria, per un po' o per sempre, ma cambiare aria...l'aria si è fatta pesantissima, le persone che vedo intorno non riesco a focalizzarle, ma solo a odiarle d'istinto subito, di rimando agli sguardi; vengo urtato dai suoni, dalle idee e dalla loro assenza, creati da altri esseri umani; non riesco mai -e dico mai- a sentirmi affine a qualcosa o qualcuno, c'è sempre un gap incolmabile tra tutto quello che ho in testa io e quello che dicono e provano gli altri, lì fuori. Che clamorose due palle.
Ma quand'è che basta?
Quand'è che mi decido a cambiare aria, oramai puzzo anch'io.
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