non ho neanche più rabbia d tirare fuori, questo è uno stato al quale sono assuefatto, e nulla lo può cambiare.
Son due giorni o poco più, che ovviamente visto come sta il mio cervello, ho ripreso a mancarmi quello che erano anni fa, le persone i luoghi i gesti, un semplice trasloco che allora sbuffando non calcolavo, ora mi è alla mente come idea felice e nuova e invidio chi lo accompagna con diversa partecipazione.
Sicuro, loro non sono degli stupidi, io sì; loro non sono degli illusi, io sì.
non mi è concesso niente, né un pensiero felice, né una speranza di cose felici...quand'è che basta? quando potrò avere la tranquillità di arrivare ad un esito negativo senza che esso sia una costante e, quindi, una paura altrettanto stabile e presente?
comincio a stancarmi, ho solo tre match ball in scala di difficoltà, se non ne metto a segno neanche uno il crollo porterà qualcosa d'altro.
è come una storia mai vissuta ma percepita come finita e andata male
"quando potrò avere la tranquillità di arrivare ad un esito negativo senza che esso sia una costante e, quindi, una paura altrettanto stabile e presente?"
RispondiEliminaSono tinte che conosco. Colano sugli occhi e filtrano il mondo attraverso colori inquietanti ed irreali.
fissi nel passato un momento preciso che ha dato il via a tutto questo? riesci a vederlo, a chiarificarlo?
RispondiEliminaIn altri momenti credo di esserci riuscita, ma da un po' di tempo è come se fossi avvolta in una nube. Il passato si confonde e muta, a volte svanisce lasciando sensazioni prive di un riferimento chiaro; diventa difficile persino discernere il reale dall'irreale.
RispondiEliminanon ero io nel mio passato, le azioni compiute bene non ero io a compierle, quelle negative hanno lasciato solo la sensazione di disappunto e il dolore conseguente.
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