Forever Lost

Ogni qualvolta mi perdo dietro di te, di voi e conseguenti manie depressive. Ogni volta comincio a scrivere dell'infinità che c'è dietro, dell'impossibilità di perderla per la via. Ogni volta mi chiedo come accade, come posso farcela a non smollicarmi per strada. Ogni volta qui mi ritrovo. E da qui mi perdo.

venerdì 9 settembre 2011

 

Soffochi nell'attimo e nel caldo che fa a sentirsi parte di qualcosa di sbagliato, nel essere consapevoli, alla sua manifestazione, della cattiveria e della stupidità che gira tutt'intorno a te come cerchi di fumo; e allora non ti viene da dire: -nessuno mi capisce! sono l'unico al mondo con questi problemi!- no, ti viene da piangere, non perché sei poco uomo da affrontare le cose e fottertene, ma perché c'hai quel cazzo di cervello spalancato sul mondo e i suoi comportamenti. è una malattia.

Non mi sento l'unico, non ho piacere nel sentirmici non gioisco, non mi sento speciale; sento l'enorme peso dello schifo, dei rapporti umani, di quelli che dovrebbero essere persone con cui camminare per anni, quali poi?
sono capace di amare, non dico neanche affanculo tutti, alle volte c'è anche della speranza immotivata, il problema è subito dopo quando arriva l'interazione con la realtà. non esistono fughe, non esiste paese in cui sia diverso, non esiste solitudine che non accentui il problema stesso; non c'è via d'uscita ed il petto mi si stringe forte, verso la schiena quasi a volersi unire, quasi a eliminare tutto l'inmezzo.

chiudere gli occhi e vedere se continua a fare male, che non è un male che dici -àhia- o -oddio non ce la faccio più, è un male che dici -cazzo posso sopportarlo non fa male, ma fa cambiare-, chiuderli per vedere come andare avanti.
Perché l'unico modo di andare avanti è rimanere immobili.