Forever Lost

Ogni qualvolta mi perdo dietro di te, di voi e conseguenti manie depressive. Ogni volta comincio a scrivere dell'infinità che c'è dietro, dell'impossibilità di perderla per la via. Ogni volta mi chiedo come accade, come posso farcela a non smollicarmi per strada. Ogni volta qui mi ritrovo. E da qui mi perdo.

domenica 27 novembre 2011

come io non mi troverò mai.

Cercano un po' tutti di sopravvivere, credo ci sia più senso di sopravvivenza di quanto non credessi, più che stupidità. Credo che tutti cerchino faticosamente(o meno, qui sta la stupidità) un angolo nel mondo.
Un po' come succede per le mie regole o tentativi di stare al mondo o di godere di qualcosa ma ad uno stadio molto più reale e condiviso con altri esseri umani. Tutti quanti si sforzano di andare avanti, anche quando non è scritto sia necessario, non so bene come renderlo a parole, è più qualcosa che vedi, due o tre azioni che ti rivelano l'essenza.

ieri finita la partita, tutti e dico tutti avevano persone venute lì per loro con cui alla fine si sono soffermati a parlare o altro; io no, perché non ce ne sono e non ce ne sono anche perché non ho mai permesso che succedesse. In quell'esatto istante ho sentito profondamente la mia estraneità a tutto e un po' è pesata.

mi chiedo quando smetterò di non accettare i compromessi come fanno tutti, quando smetterò di vivere in pensieri incompatibili col mondo. Quando farò "come fanno tutti".

domenica 20 novembre 2011

scendere dalla vita.

Ho letto il titolo di questo libro e sono rimasto folgorato: "scendere dalla vita", come fosse un treno in corsa, come se potessi scegliere effettivamente, decidere come e quando, cosa e perché. Mi ha reso un tantino libero il pensiero felice di non essere una marionetta. Poi però le domande si sono susseguite velocemente, risposte nessuna, teorie tante: mi son chiesto se non fossi comunque schiavo di me stesso, non di una divinità (in quel caso sarei giustificato, come potrei affrontarla), ma schiavo di me, dei miei pensieri, delle mie teorie appunto.

non importa in quanti ti dicono sei bravo, carino, capace...il tuo giudizio su di te non cambierà e ti condizionerà a vita, facendoti perdere il perdibile.

è angosciante, ma si cerca di lottare contro, contro se stessi. Questo precisamente è a consumarti.