Forever Lost

Ogni qualvolta mi perdo dietro di te, di voi e conseguenti manie depressive. Ogni volta comincio a scrivere dell'infinità che c'è dietro, dell'impossibilità di perderla per la via. Ogni volta mi chiedo come accade, come posso farcela a non smollicarmi per strada. Ogni volta qui mi ritrovo. E da qui mi perdo.

venerdì 31 dicembre 2010

Blondie.

Non c'è felicità che non si accompagni con la sofferenza, inscindibilmente. Ma c'è sofferenza che si accompagna a se stessa. e basta.
Quando hai da rallegrati ti ritrovi al bagno, da solo, a piangere per non si sa quale commistione di cose, di odori e colori, ma piangi; ascoltando un vecchio lp che è di solo 3 anni fa, ma sembra una vita.
io non ho mai colmato i vuoti con le persone, con l'amore, loro con me sì e si sono sfamati; a pensarci bene credo di non aver proprio colmato alcun vuoto, di averceli tutti lì in bella mostra sullo scaffale che scricchiola, e pesano, dio se pesano.
Vorrei alleggerire il carico, spostarli di mensola farli vedere a qualcuno come trofei, ma non c'è mai tempo, lepersone non si interessano a certe cose, a loro non interessa cos'hai dietro e dentro.
Mentre camminavo con ipod, cuffie e mi facevo scaldare la faccia dal sole, ho avuto paura di non farcela di perdermi per sempre, che stessi muovendomi in un processo pericoloso alla fine del quale c'è la pazzia o la morte; poi ha cambiato canzone e tutto è migliorato.
"Andrà tutto bene", ancora aspetto di sentirmelo dire, intanto lo faccio da solo.

martedì 14 dicembre 2010

quei tre lì.

Come fantasmi ormai passeggiano nel luna park che è lo spazio nel mio cranio, il 10 era il suo anniversario...anniversario un cazzo, mortiversario, ricordo orribile, altro che anniversario, altro che data da immortalare o scrivere sul diario.
Inevitabilmente finiscono tutti per ricoprire un pezzo importante, nonostante il sangue fuoriesca solo evocando una lettera o ripensando a come camminavo uscendo da quell'appartamento; non camminavo, sembrava piuttosto che stessi su delle scale mobili, che si muovesse il paesaggio intorno stile orror stop-motion.
Io che con la mia testa non capivo quel gesto, non capivo la sofferenza, io che dopo le ho attribuito coraggio ed onestà (continuando a non capire un cazzo); io che adesso mi mangio le mani per il mio tardismo, per arrivare in ritardo preparato su tutto ciò che succede alla mia vita...sempre, è come una maledizione santocielo. Non sarò mai pronto per il mio presente, forse potrei per il mio passato, mai per il mio presente.
Io che da adolescente avevo promesso, prima di finirci anche io, poi di raggiungerlo presto (perché mi piaceva l'idea), in fine che avrei vissuto anche per lui; poi, invece, mi sono semplicemente lasciato prendere dai miei fantasmi: quegli altri due che poi nel titolo sono.
Due donne così estreme, così assurde, nella loro unicità da accompagnarmi per sempre in quella che sarà la sconfitta calcolata più inutile di tutte le vite.
Io ho amato che lei conoscendomi si fosse stampata a fuoco sulla pelle quel "un buon inizio", ma in ritardo come sempre allora non le davo il peso giusto; amo il ricordo di come mi sono stretto all'islanda e a loro, grazie a quell'amore freddo capace di riscaldare come niente qui. Ma a parlare sono io, adesso, preparato per il passato, ma incapace a capire l'adesso.
E così via, altro tassello mancante all'appello fatto oggi, così ecco dovermi rimettere a paro con ciò che era, ma non con ciò che è. Via di corsa, ti vedo nei sogni scappare ad ogni mio sguardo con senso di rimbrezzo come fossi verde e con la bava alla bocca...
Poi la storia più veloce del secolo, la passione più bella del secolo, più bella dello stesso secolo per intero...stessa immagine sulla pelle, loro due che non si conoscevano neanche, stupore e il mio conseguente voler essere all'altezza del presente, tramutatosi in voglia trascinante di dare e dare e dare ciò che non potei, di dimostrarmi all'altezza, pensando fossero tutte uguali solo per lo straordinario motivo che era quel segno sul corpo.

Sono due notti che ho ripreso ad ascoltare a tutto volume gli Explosions nel letto sotto le coperte
al buio, fissando la finestra e aspettando non si sa quale niente profondo.

Ora, per sempre, qui loro tre sono nel mio presente, fortemente presenti, e non andranno via dal mio futuro neanche un po', forse sbiadiranno un tantino, ma sarò pronto a sanguinare e duolere per dar loro nuova lucentezza; per dare a quell'immagine, che ci unisce tutti senza che ve lo possiate immaginare, vita ogni giorno. dandogliela con la mia vita.


lunedì 6 dicembre 2010

Haiku (俳句)

La neve prima o poi se ne va.
La sensazione di bianco negli occhi, no. rimane.
Cambiarsi d'abito non serve, se poi tutto passa.
Forse un paio d'occhiali, forse una paio di coperte.
Il gelo esiste perché ci si ricordi di essere vivi.
Gli addii esistono per lo stesso motivo.
La mente agisce come le stagioni, niente di più normale.
Allora perché vorrei fermare la tua testa su questa stagione, mentre sul clima di domani non ho interesse?