Forever Lost

Ogni qualvolta mi perdo dietro di te, di voi e conseguenti manie depressive. Ogni volta comincio a scrivere dell'infinità che c'è dietro, dell'impossibilità di perderla per la via. Ogni volta mi chiedo come accade, come posso farcela a non smollicarmi per strada. Ogni volta qui mi ritrovo. E da qui mi perdo.

giovedì 11 novembre 2010

show me.

L'effetto che ti fanno determinati particolari, quando li metabolizzi e li rendi reali e all'attenzione, è sconcertante.
Il corridoio di casa mia, che va dal bagno alla mia camera, ha assunto -in questo momento che formulo giri di fumo nella testa,- un valore ed una simbologia che non credevo. Lo percorro da secoli, da tutta la mia vita, è questo è triste; adoro la luce che lascia intravedere dalla mia camera, è quella luce stile vecchie foto, altri meteriali d'impressione; è una gabbia, una rotaia dalla quale non puoi allontanarti, devi seguirla se vuoi muoverti, altrimenti puoi rimanere fermo (paura); non ci incontro quasi mai nessuno, lo percorro di corsa, come si percorre un passaggio a livello.
Questo sintomo ha, per me, significato particolarmente preoccupante. Anche solo uscire dai quei binari mi fa star male, sento un chiudersi tutto intorno, perché qualcuno non fa qualcosa? "devi farlo  tu!" magari verrebbe da rispondere ai più audaci, ma dico: cazzo! si può mai chiedere ad uno che muore di salvarsi da solo? Qualcuno ha mai detto ad un amico mentre stava perdendo fiato e battiti: "salvati! solo tu puoi farcela!"? Lo hanno detto a Gesù Cristo, se non ricordo male ma invocavano l'intervento del Padre ed era per lo più una presa per il culo.
Non credo ci si comporterebbe così. Quantomeno, che si lasci morire in pace senza aiuto, in un verso o nell'altro, che ci sia silenzio dalle voci senza melodia e strumenti.
"è un vuoto ricolmo di impazienza,
è uno scricchiolio d'ossa che ancora si muovono;
tutto muove verso quel vuoto da riempire solo col proprio corpo"

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