Forever Lost

Ogni qualvolta mi perdo dietro di te, di voi e conseguenti manie depressive. Ogni volta comincio a scrivere dell'infinità che c'è dietro, dell'impossibilità di perderla per la via. Ogni volta mi chiedo come accade, come posso farcela a non smollicarmi per strada. Ogni volta qui mi ritrovo. E da qui mi perdo.

giovedì 29 marzo 2012

che io camminava

dentro c'era tutto, sono passato per Montasio, prima di arrivarci però sono stato dove la prima sera tutti insieme in quella piazzetta di Montesacro andammo a casa di una collega, poi giù per la strada tortuosa e tra quei palazzi pieni di colonie feline; nei punti precisi delle lacrime e degli adii, nei punti dei baci appassionati e pieni di voglia che nessuno immagina quanto sia possibile vicino ad un motorino; il motorino blu di una figura oramai passata che c'era ed era lì mentre noi; in altra piazza dove ci si soffermò a respirare e di passaggio per poi finire in altri monti; sta tutto lì, veramente è impressionante quanto ancora ce n'è. e ce n'è perché io.


le gambe proseguono, passano sopra ad ogni cosa, fosse per loro non avrebbero ricordi. ci camminerebbero sopra senza esitare un attimo; voglio diventare delle gambe, dei piedi e delle scarpe, dopodiché camminerò sopra tutto e lo farò senza fastidi, senza lacrime.
sembra manchi così poco alle volte, tipo un centimetro alla sufficienza, quel centimetro che in periodi sembrano chilometri, quel centimetro che non avanza mai, perché inesistente.

con i chilometri di oggi sembrava essersi allungato il centimetro, per un secondo era diventato nullo per il ricordo, finito il quale si era ripiombati nella distanza più totale, nella mancanza chilometrica, per poi dare spazio alla realtà dei fatti: quel centimetro non è mai stato percorso.

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