Forever Lost

Ogni qualvolta mi perdo dietro di te, di voi e conseguenti manie depressive. Ogni volta comincio a scrivere dell'infinità che c'è dietro, dell'impossibilità di perderla per la via. Ogni volta mi chiedo come accade, come posso farcela a non smollicarmi per strada. Ogni volta qui mi ritrovo. E da qui mi perdo.

giovedì 27 maggio 2010

Un libro, un film, anzi, due: "danza!"

Ho perso la vena dello scrittore, prima ancora di averla trovata del tutto. e qui giù sconforto che tira sassolini sulla finestra di amarezza che ormai è fidanzata con sfiducia.

Oh, io sono fortunato come nessuno direbbe mai, mi viene spesso indicata la via, mi vengono spesso lanciati segnali -tipo i sassolini sulla finestra ma più casuali e senza preterintenzionalità- Il libri mi dicono di danzare, un film mi ripete di farlo perché chi non lo fa è una persona infelice e me lo ripete dalla bocca di lei, un altro cerca di combattere il mio rifiuto verso tutto e a spronare, quindi, a danzare. Tutto è metafora e tutto colpisce dove deve: come i sassolini che poi alla fine la fanno affacciare.
Ringrazio, tiro giù qualche lacrima e penso a chi ci sia dietro tutto ciò. Penso a come dovrei collegare io i miei fili, a come connettere le diverse cornette, a come non sbagliare numero un'altra volta, tutto complicatissimo. In quanto allo sforzo di pensare non sono secondo a nessuno, ciò che mi manca sono nozioni di "danza moderna", il ritmo ci sarebbe pure.

Ecco però che Makimura mi fa incazzare, per i personaggi così complessi e complicati, strani, da ritrovarcisi e specchiarcisi; però loro no, loro si buttano con facile difficoltà, i loro pensieri non bloccano, loro sono l'evoluzione del pensiero, e qui ci rimani di merda.

Allora io provo a danzare come lo farebbero loro, ma lo faccio sempre tra le mura della mia testa e quando riesco ad uscire mi sembra che abbia danzato qualcun'altro (e poi non oserei chiamarla danza è qualcosa di più rozzo e impacciato) e lo maledico per quasi tutto, o altre volte non provo più granché. La cosa più bella è stata la mattina sdraiato da solo al sole di villa Torlonia: ha qualcosa di speciale che non riesco a comprendere, entro lì e immagino una vita migliore, sempre mai che non sia così; le persone che vedo mi sembrano tutte degne d'attenzione e sorrisi. Ecco lì mi concedo un opzione al tasto erase e sempre lì.
Lì non ho amato, non ho ricordi di qualcuno o qualcosa, né di momenti felici. Forse è questo: anche lei dalla sua mi spinge a smettere di tirare sassi alla finestra e mi dice di muovermi verso l'inesplorato, mi dice: "danza!"


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