Forever Lost

Ogni qualvolta mi perdo dietro di te, di voi e conseguenti manie depressive. Ogni volta comincio a scrivere dell'infinità che c'è dietro, dell'impossibilità di perderla per la via. Ogni volta mi chiedo come accade, come posso farcela a non smollicarmi per strada. Ogni volta qui mi ritrovo. E da qui mi perdo.

lunedì 1 febbraio 2010

le due finestre aperte.

Due finestre aperte: il futuro che saresti e potresti. Due donne con cui passeresti i diversi futuri. Due finestre appunto.
Due conversazioni. Cuori da una parte, medicine e malattie nell'altra.

Tutto è buio, nell'attimo proprio in cui faccio luce. Una cosa è certa: ho smesso di averne paura, diversamente dai miei 4 anni. ho cominciato ad averne della luce. Vedere ogni singola ombra o dettaglio è sconvolgente. sapere che se mai ci fosse un burrone non potresti superarlo nè risolverlo; vedere l'indifferenza di un oggetto di una foto, verso di te che l'hai creato che l'hai scattata. le persone che erano con te.
Il passaggio sulla corda è indolore fino a quando non esce il sangue. fino a quando il sangue non esce non senti e nn fai sentire -stasera è delirio.
Le due finestre sempre lì, si chiudono senza preavviso con saluti veloci, altre senza nemmeno quelli. Il treno della musica, intanto, viaggia sempre ad una certa velocità, ad una certa inclinazione di dolore, ad una percentuale di rock. Alle volte on credo di essere io quello che vedo, così distante da ciò che ho in testa: torno a casa e mi maledico per le cose non fatte o quelle fatte e fatte male, stupidamente. non è un moto migliorativo, solo cenere in un camino.

Poi ti scopro così donna ed indipendente, scopro che così devono essere le cose, che va il mondo, e mi sento spiazzato e, come un bambino, trascurato dal tuo modo maturo di stare al mondo. quasi non ci fosse bisogno di me. è così.
Ma ti scopro ancora più affascinante, l'unico pensiero capace di crearne altri, non solo negativi. Capace di commutare le interferenze di quelli che prima, in segnali di reazione verso di te e quelli che poi, prevalentemente, sono i tuoi colori. La cromoterapia, io ci andrei sottissimo, già è così. è stato così.

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